Attrazioni principali: Moschea di Fatih, Acquedotto di Valente, Mura di Costantinopoli, Museo di S. Salvatore in Chora, Patriarcato Greco-Ortodosso, Moschea di Eyüp Sultan, Collina di Pierre Loti
Durata: 7-8 ore circa
Trasporto: a piedi + bus + traghetto (opzionale)
Budget: 15 TL (Museo S. Salvatore in Chora)
Istanbul Autentica è un itinerario che vi fa esplorare alcuni dei quartieri più tradizionali di Istanbul: Fatih, Fener, Balat ed Eyup. Non essendo interessati dal turismo di massa, queste zone della città mantengono un’aura autentica e molto affascinante. La parte principale del tour si svolge nell’area di Edirnekapı, Fener e Balat a cui si può agevolmente aggiungere una visita ai quartieri di Fatih e/o Eyüp.
Di seguito vi proponiamo l’itinerario completo che essendo piuttosto lungo richiede circa 7-8 ore, inclusa la pausa pranzo e un paio di brevi soste. Escludendo dal percorso Fatih e Eyüp, potete completarlo in circa 4 ore. Naturalmente la durata dipende dalla vostra andatura.
La mappa in basso mostra a grandi linee il percorso da seguire. Sono indicati anche alcuni caffè e ristoranti.
Il punto di partenza dell’itinerario Istanbul Autentica è la Moschea di Şehzadebaşı, nel quartiere di Fatih, sulla terza collina di Istanbul. Potete raggiungerla a piedi in 5 minuti dalla fermata del tram Laleli-Üniversite, oppure in 15 minuti dalla fermata Beyazıt-Kapalıçarşı, dove si trovano l’ingresso monumentale dell’Università di Istanbul e il Gran Bazar. Volendo, prima di cominciare questo giro potete visitare anche la Moschea di Solimano, che dista una decina di minuti.
La costruzione della moschea di Şehzadebaşı, completata nel 1548, fu voluta da Solimano il Magnifico per onorare il suo primogenito Şehzade Mehmed, erede al trono designato che morì prematuramente (şehzade era il titolo ottomano dell’erede al trono). È una delle moschee più belle di Istanbul e opera prima del più grande architetto ottomano, Mimar Sinan, artefice anche della moschea di Solimano. Affianco alla moschea di Şehzadebaşı ve ne è un’altra molto più piccola: Burmali Mescit, caratterizzata dal particolare minareto a spirale e dalle quattro colonne bizantine di ordine corinzio che sostengono il portico. L’edificio moderno dall’altro lato della strada è il Palazzo del Comune di Istanbul, mentre alle spalle delle due moschee e del parchetto, sorge l’imponente Acquedotto di Valente, dal nome dell’imperatore romano che lo completò nel 368. L’acquedotto trasportava acqua dalla foresta di Belgrado (30 km a nord) ed era ancora in uso in epoca otomana. La sezione visibile oggi ha una lunghezza di circa 800 m e un’altezza di 20 m.
Appena varcati gli archi dell’acquedotto, troviamo la madrasa e la tomba di Gazanfer Ağa, il capo degli eunuchi bianchi alla corte ottomana. L’edificio ospita il Museo delle caricature e delle arti umoristiche.
Accanto al Palazzo del Comune, in un giardinetto giacciono i resti della Basilica di San Polieucto, un antico tempio bizantino (520), progettata sulla base della descrizione biblica del Tempio di Salomone. Due pilastri di questa chiesa decorano ancora oggi la Basilica di S. Marco a Venezia. Un’altra interessante rovina romana, la Colonna di Marciano (V sec.), si trova a poca distanza da qui, nel bel mezzo di una rotonda. In turco il monumento è noto come Kıztaşı, “colonna della ragazza”, nome dovuto alle figure femminili rappresentate sulla base, che hanno dato vita ad alcune leggende locali circa la sua origine.
Se le rovine romano-bizantine non sono di vostro interesse, potete procedere direttamente al complesso della Moschea di Fatih, situata a 1 km dalla moschea di Şehzadebaşı lungo la strada principale. La moschea fu costruita tra il 1463 e il 1470 sulle rovine della Chiesa dei Santi Apostoli, luogo di sepoltura di molti imperatori bizantini. Fatih, “”Conquistatore” è l’appellativo assunto dal sultano Mehmet II in seguito alla presa di Costantinopoli per sua mano. L’enorme complesso include il mausoleo del sultano, madrase, un ospedale, una libreria, un ospizio e bagni. Il mercoledì, le strade intorno al complesso sono occupate dalle bancarelle del mercato di Fatih, uno dei più vivaci e caratteristici della città.
Qui termina la prima parte dell’itinerario. Ora è giunto il momento di fare un salto ad Edirnekapı, dove possiamo ammirare le grandiose mura di Costantinopoli. Possiamo arrivarci in autobus o a piedi (20 minuti). Se il tempo a vostra disposizione è ridotto, potete saltare la prima parte dell’itinerario e cominciare il giro direttamente da Edirnekapı. Molti autobus che partono dalla piazza di Beyazit, da Eminönü e da Piazza Taksim fermano ad Edirnekapı. Per esplorare più a fondo l’affascinante quartiere di Fatih, vi consigliamo l’itinerario dedicato.
Edirnekapı, ovvero la Porta di Edirne, costituiva una delle numerose porte di accesso alla città via terra. L’imponente sistema di fortificazioni fu eretto da Teodosio II nel V secolo. Originariamente aveva una lunghezza di circa 6 km ed era composto da un fossato e due file di mura sorvegliate da 96 torri. Nella storia millenaria di Costantinopoli, solo in due occasioni gli assedianti riuscirono a fare breccia in queste mura: dai i Latini nel 1204 e gli Ottomani il 29 maggio 1453. Sul lato sinistro della porta, vediamo l’elegante Moschea di Mihrimah – figlia di Solimano il Magnifico – decorata da splendide vetrate, calligrafie, rilievi e colonne di marmo. Una scalinata nei pressi della moschea conduce sulla torre, da cui si gode di un bellissimo panorama sulla città. Siamo, infatti, sulla sesta collina di Istanbul, il punto più elevato della città vecchia.

Mosaico nel museo di S. Salvatore in Chora
Lasciamoci la moschea alle spalle e imbocchiamo le stradine in discesa fino al Museo di S. Salvatore in Chora (Kariye Müzesi: orario estivo 9-19; 9-16:30 orario invernale; chiuso il mercoledì; 15 TL). Il termine chora, “campagna” in greco, indica che al tempo in cui la struttura fu fondata agli inizi del V secolo – come sede di un complesso monastico –essa si trovava fuori dalle mura cittadine di Costantino. Solo qualche anno dopo, infatti, Teodosio II avrebbe eretto la cinta muraria attuale. La chiesa fu ricostruita più volte nel corso dei secoli e in seguito alla conquista ottomana fu convertita in moschea. Fortunatamente i nuovi occupanti del tempio non distrussero i mosaici e gli affreschi ma si limitarono a coprirli di intonaco, facendo in modo che queste straordinarie opere giungessero fino a noi.
Accanto al museo si trova il ristorante Asitane, rinomato per la sua cucina ottomana. È abbastanza caro ma allo stesso tempo uno dei migliori ristoranti di Istanbul.
Una salita scoscesa ci riporta ai piedi delle mura. La zona in cui ci troviamo adesso, Ayvansaray, sembra un paesino fuori dal tempo all’interno della metropoli. Proseguendo in discesa, con le mura alla nostra sinistra, raggiungiamo il Palazzo del Porfirogenito (Tekfur Sarayı), risalente al XIII secolo. Quello che vediamo oggi è una piccola parte – recentemente restaurata tra l’altro – del grande complesso palatino delle Blacherne che sorgeva a ridosso delle mura. Nei secoli seguenti alla caduta dell’Impero Bizantino, prima di essere definitivamente abbandonato, l’edificio fu utilizzato nei più svariati modi: come tenuta per gli animali, officina di ceramiche e di bottiglie, bordello, ospizio per i poveri. Nello spiazzo alle spalle del palazzo, la domenica, si tiene un caratteristico mercatino di colombi. Il tratto di mura che corre da qui alla riva del Corno d’Oro è un’aggiunta successiva alle mura teodosiane.
Da qui in poi orientarsi per le stradine di Ayvansaray diventa più difficile. Nonostante l’aspetto poco rassicurante, la zona è sicura e non c’è nessun pericolo. Continuando a camminare a ridosso delle mura, passiamo in successione Eğrikapı (“Porta della Curva”), la Moschea di Ivaz Efendi – un’altra opera di Mimar Sinan – e le prigioni di Anemas (attualmente in restauro).
Al termine della lunga discesa, nascosta in un grazioso cortile, si trova la Chiesa di Santa Maria delle Blacherne. La chiesetta ottocentesca attuale è solamente l’ultima ricostruzione di uno dei più importanti luoghi di culto della Cristianità, fondato nel 450 attorno alla sorgente sacra (haghiasma) presente all’interno. Sulla base della fontana notate l’iscrizione palindroma in lingua greca; incorniciata sulla parete vi è un’antica icona della Madonna, circondata dagli ex voto lasciati dai fedeli. In passato il tempio custodiva alcune tra le più antiche e sacre del mondo ortodosso, andate distrutte in incendi o trasferite in luoghi più sicuri.
Lasciata la chiesa, giriamo a destra e proseguiamo lungo questa stradina. Siamo a Balat, l’antico quartiere ebraico. Della numerosa comunità ebraica che qui risiedeva sono rimaste poche tracce: qualche insegna, delle iscrizioni sui portoni e un paio di sinagoghe. La Sinagoga di Ohrid – fondata nel XV secolo da ebrei sefarditi provenienti dall’attuale Macedonia – è tra le più antiche della Turchia e probabilmente la più bella di Istanbul. Purtroppo come per tutte le sinagoghe di Istanbul, per visitarla è necessario richiedere in anticipo un’autorizzazione via email o fax al rabbino.
Le stradine di Balat – così come di Fener, il quartiere greco contiguo – ci offrono uno spaccato unico della Istanbul di una volta: le caratteristiche palazzine (molte fatiscenti, altre rimesse a nuovo), i negozietti di antiquariato, i fruttivendoli, i panifici, i barbieri, le chiesette bizantine (nascoste da muri di cinta), vecchi hamam e piccole moschee… La domenica si tiene anche un vivace mercatino rionale di frutta e verdura. Balat è il luogo ideale per pranzare, scegliendo una tra i tanti ristorantini della zona (ad esempio il grazioso Balat Kültür Evi)

Liceo Greco di Fener
Dopo aver girozonolato un po’ per Balat, seguendo Vodina Cd. entriamo nel cuore di Fener. In anni recenti – incentivati dal costante flusso di turisti (soprattutto ortodossi) che visitano il Patriarcato Greco-Ortodosso – nella zona stanno spuntando tanti piccoli caffè, atelier e botteghe artigiane. Prima di arrivare al Patriarcato, in una traversa sulla destra vedremo il Liceo Greco Ortodosso (Μεγάλη του Γένους Σχολή), un enorme edificio in mattoni rossi simile a un castello. Vale la pena abbarbicarsi su per la salita fino al portone d’ingresso per ammirare il palazzo e il panorama circostante. Difficilmente vi lasceranno entrare nella scuola, mentre potreste avere più fortuna nel visitare la Chiesa di S. Maria dei Mongoli, situata nelle immediate vicinanze. Come quasi tutte le chiese di Istanbul, vi si accede da un cortile murato. Citofonate e sperate che il custode vi apra. Questa modesta chiesetta rossa è l’unico tempio bizantino che non è mai stato convertito in moschea.
Il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli è il primo fra pari della Chiesa ortodossa orientale. Il Patriarcato si trasferì nella sua attuale sede, la Cattedrale di S. Giorgio, nel 1600. Dalla sua fondazione la struttura è stata ristrutturata più volte in seguito a diversi incendi. L’esterno, di impronta neoclassica, non è molto appariscente; l’interno al contrario è decisamente opulente e custodisce mosaici, icone e reliquie bizantine.
Qui termina la parte del tour dedicata a Balat e Fener. Per tornare a Taksim o a Eminönü potete prendere un autobus dalla fermata vicino al Patriarcato sullo stradone principale.
Se ne avete ancora, invece, potete prendere un autobus nella direzione opposta e continuare il vostro giro a Eyüp. Oltre ad essere uno dei quartieri più tradizionali e caratteristici di Istanbul, Eyüp è uno dei luoghi più sacri del mondo islamico. Il motivo della sua sacralità risiede nella grande moschea in cui sono custodite le spoglie di Eyüp Sultan. Abu Ayyub al-Ansari, questo il suo nome in arabo, fu uno stretto compagno di Maometto, che trovò la morte nell’assedio arabo di Costantinopoli intorno al 670. Secondo la leggenda, quasi otto secoli dopo, la tomba di Eyüp fu ritrovata da Mehmet II, intento ad assediare la città. Una volta ottenuta la vittoria, Mehmet II ordinò la costruzione di una grande moschea attorno alla tomba. Dal 1458, anno in cui fu completata, la moschea di Eyüp Sultan richiama milioni di pellegrini. Inoltre, qui si svolgevano anche le cerimonie di incoronazione dei sultani ottomani.
I dintorni della moschea sono pieni di ristoranti, caffè, negozi e bancarelle in cui sono in vendita oggetti religiosi, souvenir e prodotti rivolti per lo più ad una clientela “mussulmana”. La piazza di Eyüp è ideale per una pausa caffé – té. Per mangiare consigliamo il ristorante Sultanzade Sofrasi. Il venerdì, nella grande piazza, una banda suona delle marce militari ottomane (mehter). Sempre il venerdì, la piazza si riempie di fedeli per la preghiera.

Panorama dalla collina di Pierre Loti Photo by dieter_titz
Alle spalle della moschea, si trova la celebre collina di Pierre Loti, raggiungibile con la teleferica (usate la Istanbul Kart o comprate i gettoni). La colllina prende il suo nome da un ufficiale della marina francese dell’Ottocento, che scrisse alcuni romanzi ispirati ai suoi anni trascorsi a Istanbul. I fianchi della collina sono occupati da un grande cimitero; sulla sua sommità, invece, si trovano diversi caffè e ristoranti molto graziosi. Inutile dire che la vista sul Corno d’Oro e sulla città è stupenda. Spesso ci sono lunghe code per prendere la teleferica; in tal caso, potete tranquillamente scendere a piedi. Al contrario della salita, la discesa a piedi è agevole e anche piacevole.
Questo lungo tour dei quartieri più caratteristici di Istanbul (Fatih, Fener, Balat e Eyüp) finisce qui. Per tornare a Taksim o a Eminönü potete prendere un autobus. Un’alternativa più carina è prendere il traghetto del Corno d’Oro (verificate gli orari qui). Scendete a Eminönü o a Karaköy oppure proseguite fino al capolinea, Üsküdar sul lato asiatico.
N.B. Tutti gli itinerari di guidaistanbul.it sono presentati per poter essere svolti in modo indipendente da chiunque lo desideri. Nella descrizione sono riportati tutti i luoghi di maggiore interesse con relative informazioni, orari e prezzi d’ingresso; i posti dove mangiare e fare una pausa, il percorso da seguire, i mezzi di trasporto da prendere ecc. È fornita anche una mappa per facilitarvi le cose.
Se preferite, potete svolgere questi ed altri itinerari in compagnia di guide turistiche professionali e locali, che conoscono a fondo Istanbul. Inutile dire che la presenza di una guida offre un valore aggiunto alla vostra esperienza. Avere qualcuno del posto che vi illustra la storia millenaria di Istanbul, vi introduce alla cultura turca, vi spiega le varie sfaccettature della Turchia di ieri e di oggi, vi fa da interprete e soprattutto vi evita di perdervi in continuazione 🙂 è un vantaggio da non sottovalutare.
I tour guidati sono condotti esclusivamente in piccoli gruppi. Tutti gli itinerari possono essere personalizzati in base alle vostre preferenze ed esigenze (orario di inizio, durata, tappe, soste). Se desiderate una guida turistica ad Istanbul che vi conduca alla scoperta di questa meravigliosa città, inviateci un’email e saremo lieti di aiutarvi.
- Il Palazzo del Porfirogenito
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Photo by Moyan_Brenn
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Photo by Moyan_Brenn
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Photo by Moyan_Brenn
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Photo by Moyan_Brenn
- Liceo Greco di Fener
- Chiesa di S. Maria dei Mongoli
- Patriarcato Greco-Ortodosso
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Photo by dieter_titz
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Photo by y entonces