
Tra i vari parchi di Istanbul, quello di Emirgan, nel distretto di Sarıyer, è probabilmente il più bello, anche grazie alla sua favolosa posizione su una collinetta affacciata sul Bosforo.
In epoca bizantina, quest’area era chiamata Kyparades, per via dei cipressi che la coprivano. Nel XVI secolo il parco passò nelle mani di Feridun Bey, cancelliere della corte ottomana. In seguito, il sultano Murad IV lo donò al comandante safavide Emir Gune Han, come ricompensa per non essersi opposto al suo assedio. Ed è proprio ad Emir Gune Han che il parco deve il suo nome attuale. Nei secoli successivi il parco ebbe diversi proprietari, tra cui Khedive Ismail Pascià, governatore ottomano dell’Egitto e del Sudan, il quale, nella seconda metà dell’Ottocento fece costruire i tre caratteristici padiglioni in legno tuttora esistenti.
Oggi il parco Emirgan è gestito dal Comune Metropolitano di Istanbul, che bisogna ammettere, lo cura veramente benissimo. Sulla sua vasta superficie (117 acri) crescono oltre 120 specie di piante e si trovano anche due bei laghetti con tanto di cascate, cigni e papere.
Emirgan è il luogo ideale per una passeggiata nella natura, ammirando gli splendidi scorci del Bosforo, per fare un picnic e, se non temete delle lievi salite, per fare jogging. Se i picnic non fanno per voi, potete scegliere tra i tre eleganti padiglioni ottocenteschi Bianco, Giallo e Rosa (Beyaz, Sarı e Pembe Köşk) che fungono da caffè e ristoranti.
Emirgan è noto soprattutto come sede del Festival dei Tulipani (Lale Zamanı), organizzato ogni anno nel mese di aprile. In questo periodo il parco viene decorato da centinaia di migliaia di tulipani di tutti i colori che vanno a comporre meravigliose composizioni. Diversi eventi culturali, come concerti, mercatini e laboratori d’arte – ebru e calligrafia – corredano la manifestazione.
Un picnic o una colazione ad Emirgan può essere facilmente abbinata ad una visita al Museo Sakıp Sabancı (chiuso lun, 10 – 18; 20 TL; solo merc 10 – 20, ingresso gratuito), situato a meno di 1 km dal parco, sul lungomare.
La villa che ospita il museo è opera dell’architetto italiano Edouard De Nari, il quale la realizzò nel 1927 come residenza estiva del principe egiziano Mehmed Ali Hasan. Nel 1950 l’edificio fu acquistato dall’industriale Hacı Omer Sabancı e alla morte di quest’ultimo divenne la dimora del figlio Sakıp. Filantropo e amante dell’arte, nel 1998 Sakıp Sabancı donò la villa con tutta la sua ricca collezione di antiche caligrafie e preziosi dipinti all’Università Sabancı, allo scopo di trasformarla in un museo. La struttura moderna annessa alla villa ospita mostre d’arte di livello internazionale.
La residenza è nota anche come Atlı Köşk (Villa del cavallo) per via delle due statue equestri che si trovano nel giardino. Quella di fronte alla villa è un’opera del 1864 dello scultore francese Louis Doumas; l’altra, circondata da colonne all’ingresso del museo, è un calco di uno dei quattro cavalli bronzei che sormontano la Basilica di S. Marco a Venezia. Originariamente la quadriga decorava l’ippodromo di Costantinopoli, ma nel 1204 i crociati la trafugarono insieme a molti altri monumenti.
Prima di andarvene non dimenticate di andare sulla terrazza con vista del giardino.
Per raggiungere Emirgan potete prendere gli autobus 22RE, 25E, 22 da Kabataş o il 40, 40T, 42T da Taksim. Questo tragitto è sconsigliato nei fine settimana, quando la strada litoranea è costantemente bloccata dal traffico. In questo caso è meglio prendere la metro fino a İTÜ Ayazağa e da lì un autobus per Emirgan.
È possibile arrivare ad Emirgan anche via mare, con il tour del Bosforo di Dentur Avrasya ed in teoria anche con i traghetti di linea gestiti da İDO e Şehir Hatları, sebbene le corse disponibili siano pochissime. In occasione del Festival dei Tulipani, Şehir Hatları introduce corse speciali express da Kadıköy e Üsküdar per Emirgan.
- Il Padiglione Giallo
- Il Padiglione Bianco
- Dipinto nel Museo dei Tulipani
- Laboratorio di Ebru
- Dipinti realizzati con la tecninca ebru
- Ingresso Museo Sakip Sabanci
- Il calco del cavallo della Basilica di S. Marco
- La villa che ospita il museo
- Vista dal giardino del museo
- Collezione di dipinti
- Un pezzo della collezione di calligrafie
- Un’altra calligrafia